Friday, April 30, 2010

La Preghiera del Partigiano

Alla fine della Messa, Silvia ha letto benissimo questa Preghiera:

SIGNORE FACCI LIBERI
Signore,
che fra gli uomini drizzasti la TUA croce
segno di contraddizione,
che predicasti giustizia e carità
e soffristi per la perfidia dei dominanti
e la sordità inerte della massa,
a noi oppressi da un giogo e crudele,
che in noi e prima di noi ha calpestato TE,
fonte di libere vite,
dà la forza della ribellione.
DIO che sei Verità e Libertà, facci liberi,
sorreggi il nostro proposito,
tendi la nostra volontà,
moltiplica le nostre forze,
vestici della TUA armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, tradito,
perseguitato, crocefisso,
nell’ora delle tenebre ci sostenti la TUA vittoria:
sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno,
conforto nell'amarezza.
Nella tortura serra le nostre labbra.
Se cadremo, fa’ che il nostro sangue si unisca
al TUO innocente e a quello dei nostri Morti
ed accresca nel mondo giustizia e carità.
TU che dicesti: "Io sono la resurrezione e la vita"
rendi nel dolore all'Italia
una vita generosa e severa.
Veglia TU sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe delle città,
dal fondo delle prigioni,
noi Ti preghiamo:
sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Dio della pace e degli eserciti,
Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.
Amen.

Il discorso tagliato

Domenica per consentire ai ragazzi delle medie e delle elementari di leggere quanto hanno preparato, il Presidente dell'ANPI ha dovuto riassumere il discorso. Lo pubblichiamo ora.
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Autorità, Cittadini, vi porto i saluti dell’ANPI provinciale.
Quest’anno le manifestazioni per il 65° anniversario della Resistenza assumono un rilievo particolare non solo per la ricorrenza in sé, ma anche perché i valori della Resistenza e della Costituzione vengono sempre di più messi in discussione ed sposti a concreti pericoli, suscitando preoccupazioni serie nei cittadini che ritengono che quei valori costituiscano il faro destinato ad illuminare e indirizzare le nostre azioni e siano il fondamento della convivenza civile.
Il nostro primo pensiero va al Partigiano sangiorgese LUIGI TRAVAINI, Brigata Alfredo Di Dio, che ci ha lasciato nello scorso mese di agosto,a Lui il nostro ringraziamento per aver contribuito a ridarci la libertà.
Quella libertà che al popolo italiano era stata tolta da più di un ventennio di regime fascista, iniziato con la marcia su Roma, con l’occupazione del Parlamento ridotto a claque organizzata per il Dittatore. Proseguita con l’eliminazione anche fisica degli avversari politici, Giacomo Matteotti, con l’invio al confine di centinaia di oppositori. La soppressione della libertà di stampa, tutti a libro paga del regime. Poi le guerre inutili in Africa, di cui stiamo ancora pagando adesso i debito, le leggi razziali per uniformarsi a quelle emanate dal nazismo. L’entrata in guerra di fianco alla Germania con la devastante campagna di Russia, con migliaia e migliaia di soldati italiani morti assiderati con le scarpe di cartone. Poi il 25 luglio 1943 il Re depone il governo fascista e l’8 settembre 1943 il maresciallo Badoglio firma l’armistizio con gli alleati. E’ l’inizio della lotta partigiana, con centinaia di giovani e meno giovani, uomini e donne, operai e intellettuali, artigiani e insegnanti, laici e religiosi, che scelgono di andare sulle montagne, di agire da staffette in città, per recuperare armi, compiere attentati, contro il nemico nazista e i loro alleati della Repubblica di Salò. Centinaia di militari in Italia e all’estero scelgono di combattere per la libertà insieme ai partigiani. Migliaia di militari e civili, uomini, donne, bambini, vecchi, vengono deportati nei campi di concentramento, prima in Italia, poi in Germania, Austria, Polonia: Mauthausen, Auschwitz, Dacau; la lenta agonia per fame di tanti bambini a Terezin; milioni di esseri umani, ebrei e non, sottoposti a sevizie di tale enormità da far dire a molti sopravvissuti – come scrive Primo Levi – “se lo raccontassimo non saremmo creduti!” Gli eccidi, come a Cefalonia, soldati italiani che rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi, 600 mila militari, di ogni arma, Carabinieri, Finanzieri, internati in Germania.
A questa lotta dei partigiani, aiutati e sostenuti dalla popolazione, i nazifascisti risposero con gli eccidi, le fucilazioni, le impiccagioni.
Decine di migliaia di partigiani uccisi, feroci rappresaglie contro la popolazione civile che sosteneva la lotta: la Risiera di San Sabba, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, le Fosse
Ardeatine,
Nelle fabbriche del nord i lavoratori iniziarono i primi scioperi per chiedere condizioni di lavoro più umane, ma la risposta dei tedeschi fu la deportazione come alla Franco Tosi, alla Comerio.
30 mila lavoratori periti nelle deportazioni e nei campi di concentramento.
Sulle montagne della nostra zona si costituirono le prime brigate di partigiani, Garibaldi, Alfredo di Dio.
Il 25 aprile del 1945 il C.L.N. (Comitato di Liberazione nazionale) lanciava la parola d’ordine dell’insurrezione: Milano e altre grandi città del Nord
si liberavano dai nazi-fascisti, mentre gli Alleati, superato l’ultimo ostacolo della Linea Gotica, incalzavano le truppe tedesche in ritirata nella Pianura Padana.
Dopo più di venti anni di dittatura il nostro Paese, l’Italia, riconquista la libertà e la democrazia.
Poi il referendum che sancisce il passaggio da una Monarchia che non seppe contrastare il fascismo alla Repubblica. Inizia il lungo percorso per risollevare la popolazione, per ristabilire i diritti civili, l’uguaglianza, per la prima volta le donne possono votare. Viene formata l’Assemblea Costituente per stilare la nuova Costituzione entrata in vigore il 1° gennaio del 1948. Una Costituzione considerata da molti una delle più moderne e più complete fra quelle esistenti.
Questa giornata deve essere l’occasione non solo per rinnovare il commosso ricordo dei Caduti e la nostra gratitudine ai combattenti della libertà, ma anche per difendere e consolidare quelle conquiste, per affrontare con rinnovato spirito costruttivo i grandi ineluttabili appuntamenti del XXI secolo.
La difesa della Resistenza, della Costituzione, la pace, il lavoro, la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo della democrazia politica, economica, l’affermazione dei diritti dell’uomo, della donna, dei minori, questi sono i nostri obiettivi.
«Il lavoro della memoria presuppone la giustizia, non per spirito di vendetta>>
Oggi non si colloca più ogni vicenda nel proprio contesto storico, è molto più facile mischiare le carte, far passare la Resistenza come guerra civile e di conseguenza chiedere onore anche ai caduti di Salò.
Dopo la memoria e l’antifascismo, uno dei temi sui quali l’ANPI è impegnata
è quello della difesa ed attuazione Costituzione.
Noi ci siamo impegnati ad impedire che venga modificata la prima parte,
quella dei principi e dei valori fondamentali: Diritto al lavoro, pace, libertà, democrazia, uguaglianza, diritti. Su altre modifiche relative alla seconda parte, diciamo: attenzione ed estrema vigilanza sui contenuti.
Abbiamo già combattuto e vinto un referendum su alcune modifiche alla seconda parte, in cui erano contenute limitazioni al ruolo di garante del Presidente della Repubblica e dell’autonomia della magistratura.
Dobbiamo partecipare al dibattito, far sentire le nostre posizioni che richiamano i valori fondamentali della Costituzione. Impedire stravolgimenti. L’impianto dei valori costituzionali, in particolare per ciò che attiene alla divisione dei poteri e al rispetto delle varie istituzioni, è fondamentale se non vogliamo precipitare in un baratro senza fine.
“La Costituzione è un testamento,
un testamento di 100mila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio
nel luogo dove è nata la nostra Costituzione,
andate nelle montagne dove caddero i partigiani,
nelle carceri dove furono imprigionati,
nei campi dove furono impiccati,
dovunque è morto un italiano
per riscattare la libertà e la dignità,
andate lì, o giovani,
col pensiero,
perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Queste parole di Piero Calamandrei, uno dei Padri della Patria sono enormemente attuali.
Parole che potete leggere qui scolpite in questa targa, posta a fianco del Monumento della Resistenza.
Ci preoccupano non solo le modifiche alla Costituzione, ma anche una serie di leggi o proposte di legge al limite della incostituzionalità.
E’ sotto gli occhi di tutti la caduta, talora precipitosa, di valori fondamentali, dal rispetto delle regole e delle istituzioni, al rispetto della persona umana.
E’ altrettanto evidente la crisi di uno dei cardini del sistema, il principio di uguaglianza.
Tutti i comportamenti istituzionali e politici devono essere improntati al rispetto della legge e alla difesa dello stato di diritto. Gli organi fondamentali di garanzia, a partire dalla Magistratura, devono essere rispettati ed aiutati a funzionare al meglio; così come meritano rispetto tutte le istituzioni.
L’etica nella politica costituisce sempre di più un elemento di fondo da rafforzare e valorizzare.
La Pace, minacciata da un diffuso terrorismo internazionale nei cui confronti la condanna delle libere coscienze non può che essere senza dubbi e riserve.

Bisogna anche restituire al lavoro, valore fondante della Repubblica, il suo ruolo e la sua dignità. C’è un contrasto stridente fra i princìpi costituzionali in tema di lavoro e la durissima realtà del nostro Paese, che registra una rilevante crescita della disoccupazione e degli ammortizzatori sociali, anticamera dell’espulsione dai luoghi di lavoro, mentre si aggravano le condizioni della precarietà e il numero dei morti sul lavoro rimane una tragica costante del sistema italiano. E’ un divario insopportabile, che deve essere superato al più presto, investendo nel capitale umano e restituendo ai lavoratori e alle loro famiglie sicurezza e dignità.
E’ una situazione talmente grave che vede non solo la preoccupazione delle forze sociali e sindacali, ma anche dell’ANPI.
Il 25 Aprile è oggi una data più viva che mai, in grado di unire tutti gli italiani attorno ai valori fondanti della nostra democrazia.
Mentre ricordiamo i 100.000 caduti della Resistenza contro il nazifascismo e celebriamo le pagine più ricche e belle della nostra storia, dobbiamo assumere l’impegno solenne a realizzare gli ideali per cui tanti sacrifici sono stati compiuti ed a tradurre nella realtà i principi fondamentali della nostra Costituzione, consegnando ai giovani la speranza di un futuro migliore.
In un contesto internazionale preoccupante, è doveroso anche lanciare un forte appello per il rispetto e la garanzia – in ogni Paese – dei diritti umani, nella profonda convinzione che – come ha insegnato la Resistenza – ciò costituisce il fondamento della libertà e della pace.
Come cittadino, come figlio di un partigiano, ho sempre ritenuto giusto e importante celebrare il 25 aprile, perché il sacrificio di tante persone non sia stato inutile, perché delle loro gesta sia conservata fedele memoria.
Il loro ricordo è ancora di insegnamento alle generazioni di oggi e a quelle che verranno, ricordando, anche a chi tenta talvolta di beffarsi della storia, quanto siano costate, in fatto di sofferenze, di vite umane ed estremo sacrificio, le Parole e le Idee di Libertà e Democrazia.
Viva il 25 aprile! Viva la Repubblica Italiana! Viva la Costituzione!

Incontro con le Scuole Medie

Durante la mattinata dell’8 aprile, la nostra scuola ha organizzato un incontro con i partigiani che hanno partecipato alla resistenza italiana, nella II Guerra Mondiale. Noi abbiamo ascoltato la testimonianza del signor Giuseppe che ha raccontato la sua esperienza come combattente. E’ stato molto interessante, era come se fossimo stati lì con lui ad affrontare i nemici e a proteggere la nostra patria. So che per il signor Giuseppe è stato molto difficile raccontare la sua esperienza, ma nonostante questo l’ha fatto con molta serenità ed ironia, anche se qualche volta si è commosso.
Vorrei che se ne facessero altri di incontri del genere per ascoltare altre esperienze di persone che hanno combattuto per il nostro bene. Per questo dovremmo ringraziare il signor Giuseppe per la sua partecipazione e la generosità offerta.
Adrian B.3^F


L’incontro con i rappresentanti dell’ANPI è stato molto interessante e piacevole, anche se un po’ triste da ascoltare perché a raccontare è stato un anziano signore che ha vissuto direttamente quello di cui parlava e che si è commosso ricordando i brutti momenti vissuti. La “lezione” è stata molto coinvolgente ed interessante e spero che anche i ragazzi di 3^ media degli anni prossimi possano vivere questa esperienza.
Arianna C. 3^F


L’8 aprile a scuola sono venuti dei partigiani dell’ANPI per raccontarci alcune testimonianze sulla II Guerra Mondiale. Il partigiano signor Giuseppe, un anziano molto simpatico, ha sofferto molto e mentre raccontava la sua esperienza si è commosso e ha fatto commuovere anche alcuni di noi, come me. Ascoltarlo è stata un’esperienza magnifica, credo che sia piaciuto a tutti e sia servito molto anche per capire meglio le vicende della guerra e a studiare in modo diverso e piacevole.
Samantha M. 3^F


L’incontro è stato molto interessante. Mi sono piaciute molto le storie che ha raccontato Giuseppe. E’ molto meglio sentire da un anziano le cose accadute molti anni fa, piuttosto che leggerle sui libri.
Spero di incontrare Giuseppe e magari anche altri partigiani, sia perché mi piacerebbe rivederlo, sia per sentire altri racconti.
Carlo C .3^D


L’incontro è stato molto bello e mi ha colpito soprattutto quando il signor Giuseppe, dopo aver raccontato la sua esperienza, si è messo a piangere.
Una cosa che mi ha stupito è quando l’altro rappresentante dell’ANPI ha raccontato dello sciopero degli operai della Franco Tosi, perché non sapevo che le SS venivano anche in questi paesi, ma pensavo che andassero solo nelle città e nei paesi dell’Europa dell’Est.
Sara C. 3^D


L’incontro con i partigiani è stato molto interessante, il signor Giuseppe ci ha raccontato la sua storia e anche lui si è emozionato. Questo incontro mi è piaciuto anche perché, magari in tutta la mia vita, non incontrerò mai un partigiano e quindi quest’esperienza rimarrà un’occasione unica.
Silvia F. 3^D


Salve Sig. Giuseppe,
le scrivo queste parole per dirle che l’incontro con lei è stato molto interessante e significativo…mi è piaciuto molto perché mi ha fatto capire veramente cosa provava e cosa è veramente successo in quegli anni di guerra….e quanto sia stato faticoso e impegnativo tutto quello che lei ha fatto.
Grazie veramente per essere riuscito a venire a raccontarci la sua esperienza. Grazie ancora, la saluto…
Sebastian L. 3^D

MIO PADRE PARTIGIANO

8 settembre 1943
A seguito dell'armistizio si delinea fra i militari italiani un movimento antitedesco, favorevole ai partigiani Jugoslavi ai quali molti soldati hanno già consegnato le armi volontariamente. Il capitano Elia dei CC.RR. di Spalato è passato con i partigiani con molti dei suoi carabinieri. Nello stesso giorno il tenente Mongilardi del 4° Bersaglieri, il sottotenente Leone Edmondo del 6° battaglione mitraglieri, di cui faccio parte, compiono la stessa scelta. Come il sottotenente Giordano Antonio, che si porta al seguito un nucleo di militari armati ed equipaggiati.

PERCHE' QUESTA SCELTA?
Il 25 luglio 1943, quarantacinque giorni prima, era caduto il governo fascista. Una fine grottesca e meschina, che in Italia era stata quasi ovunque salutata dalla gente come una attesa liberazione. Molti militari italiani in quei giorni meditarono sugli avvenimenti e percepirono più chiaramente gli inganni e le menzogne loro propinate che, giudicate con ottica ed effetti militari, suonavano come "tradimento" vero e proprio, perpetrato dal governo fascista italiano attraverso lunghi anni di inutili sofferenze loro inflitte. Ecco tante motivazioni e spinte che originarono quella "scelta" fatta da noi militari italiani in Jugoslavia e all'estero, quell'8 settembre 1943, che fu per la maggior parte di noi un grande e perentorio NO ai tedeschi, scegliendo le sofferenze della prigionia da parte di altri militari italiani, piuttosto che la collaborazione con loro e col nazifascismo. Per molti di noi fu una scelta di lotta contro i tedeschi, per il riscatto dell'onore del popolo italiano, infangato soprattutto all'estero dalle vergognose guerre di aggressione fasciste, e per la libertà dei popoli.
Occorre sottolineare che la scelta delle armi contro i tedeschi per molti ufficiali e soldati rappresentò poi un ruolo determinante per la difesa della propria dignità di militari e di uomini fedeli agli ordini ricevuti, poco chiari o intempestivi, e la volontà di non sottostare alle minacce e all'imposizione a mano armata operate dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943. Così come per altri militari concorse alla scelta l’antifascismo e l’amore per la libertà respirata, nonostante tutto, nelle proprie case prima della guerra. La storia del Battaglione Garibaldi che si formò a Spalato in Dalmazia, con 350 uomini, la maggior parte Carabinieri, e un buon nucleo del 4° reggimento Bersaglieri di cui facevo parte, è una storia, un cammino che, dall'8 settembre 1943 all'11 luglio 1945, si snoda attraverso i monti, le pianure e i boschi della Dalmazia, della Bosnia Erzegovina, della Sumadia, Serbia, Srem, Slavonia e Croazia, del Sangiacato, fino ai confini del Montenegro. E' una storia fatta di tante cruenti battaglie, di durissime marce, di stenti e di sacrifici, e di fraternità, di lotta coi partigiani e col popolo Jugoslavo, contro il comune nemico: il nazifascismo.

GIUSEPPE MEZZENZANA
Nato a San Giorgio su Legnano, 1923-1990
Partito per il servizio di leva come bersagliere nel gennaio del 1943, ancora diciannovenne, prima in Istria poi sul fronte Jugoslavo.
MEDAGLIA D’ORO dal Comune di San Giorgio su Legnano il 25 aprile 1989.
Insignito del DIPLOMA DI MEDAGLIA GARIBALDINA l’8 settembre 1947, in riconoscimento del valore militare e del grande amore di patria dimostrati combattendo, nelle Brigate d’assalto “Garibaldi”, la guerra di liberazione nazionale contro i tedeschi e contro il fascismo.
Insignito di CROCE AL MERITO DI GUERRA dal Distretto Militare di Monza.
DIPLOMA D’ONORE AL COMBATTENTE PER LA LIBERTA’ D’ITALIA 1943-1945 rilasciato il 19 giugno 1984 dal Presidente della Repubblica, SANDRO PERTINI.