Friday, April 30, 2010

MIO PADRE PARTIGIANO

8 settembre 1943
A seguito dell'armistizio si delinea fra i militari italiani un movimento antitedesco, favorevole ai partigiani Jugoslavi ai quali molti soldati hanno già consegnato le armi volontariamente. Il capitano Elia dei CC.RR. di Spalato è passato con i partigiani con molti dei suoi carabinieri. Nello stesso giorno il tenente Mongilardi del 4° Bersaglieri, il sottotenente Leone Edmondo del 6° battaglione mitraglieri, di cui faccio parte, compiono la stessa scelta. Come il sottotenente Giordano Antonio, che si porta al seguito un nucleo di militari armati ed equipaggiati.

PERCHE' QUESTA SCELTA?
Il 25 luglio 1943, quarantacinque giorni prima, era caduto il governo fascista. Una fine grottesca e meschina, che in Italia era stata quasi ovunque salutata dalla gente come una attesa liberazione. Molti militari italiani in quei giorni meditarono sugli avvenimenti e percepirono più chiaramente gli inganni e le menzogne loro propinate che, giudicate con ottica ed effetti militari, suonavano come "tradimento" vero e proprio, perpetrato dal governo fascista italiano attraverso lunghi anni di inutili sofferenze loro inflitte. Ecco tante motivazioni e spinte che originarono quella "scelta" fatta da noi militari italiani in Jugoslavia e all'estero, quell'8 settembre 1943, che fu per la maggior parte di noi un grande e perentorio NO ai tedeschi, scegliendo le sofferenze della prigionia da parte di altri militari italiani, piuttosto che la collaborazione con loro e col nazifascismo. Per molti di noi fu una scelta di lotta contro i tedeschi, per il riscatto dell'onore del popolo italiano, infangato soprattutto all'estero dalle vergognose guerre di aggressione fasciste, e per la libertà dei popoli.
Occorre sottolineare che la scelta delle armi contro i tedeschi per molti ufficiali e soldati rappresentò poi un ruolo determinante per la difesa della propria dignità di militari e di uomini fedeli agli ordini ricevuti, poco chiari o intempestivi, e la volontà di non sottostare alle minacce e all'imposizione a mano armata operate dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943. Così come per altri militari concorse alla scelta l’antifascismo e l’amore per la libertà respirata, nonostante tutto, nelle proprie case prima della guerra. La storia del Battaglione Garibaldi che si formò a Spalato in Dalmazia, con 350 uomini, la maggior parte Carabinieri, e un buon nucleo del 4° reggimento Bersaglieri di cui facevo parte, è una storia, un cammino che, dall'8 settembre 1943 all'11 luglio 1945, si snoda attraverso i monti, le pianure e i boschi della Dalmazia, della Bosnia Erzegovina, della Sumadia, Serbia, Srem, Slavonia e Croazia, del Sangiacato, fino ai confini del Montenegro. E' una storia fatta di tante cruenti battaglie, di durissime marce, di stenti e di sacrifici, e di fraternità, di lotta coi partigiani e col popolo Jugoslavo, contro il comune nemico: il nazifascismo.

GIUSEPPE MEZZENZANA
Nato a San Giorgio su Legnano, 1923-1990
Partito per il servizio di leva come bersagliere nel gennaio del 1943, ancora diciannovenne, prima in Istria poi sul fronte Jugoslavo.
MEDAGLIA D’ORO dal Comune di San Giorgio su Legnano il 25 aprile 1989.
Insignito del DIPLOMA DI MEDAGLIA GARIBALDINA l’8 settembre 1947, in riconoscimento del valore militare e del grande amore di patria dimostrati combattendo, nelle Brigate d’assalto “Garibaldi”, la guerra di liberazione nazionale contro i tedeschi e contro il fascismo.
Insignito di CROCE AL MERITO DI GUERRA dal Distretto Militare di Monza.
DIPLOMA D’ONORE AL COMBATTENTE PER LA LIBERTA’ D’ITALIA 1943-1945 rilasciato il 19 giugno 1984 dal Presidente della Repubblica, SANDRO PERTINI.

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