Thursday, February 13, 2025

 

20 febbraio 2025



Con coraggio e determinazione, in tempi eroici 
e difficili per il ciclismo femminile, è stata 
la prima atleta azzurra a salire sul podio 
dei mondiali di ciclismo del 1968 a Imola, 
ha stabilito il record del mondo dei 3 km su pista 
al Velodromo di Roma, 
ha vinto due medaglie d’argento 
ai campionati mondiali di Leicester e Mendrisio, 
ha ottenuto 10 titoli italiani su strada e su pista.  
Smontata dalla bici, ha ricoperto 
importanti ruoli 
nella Federazione ciclistica italiana, 
è stata assessore allo sport e alle politiche giovanili 
nel comune di Senago.
Nata in una famiglia antifascista ha portato 
sempre avanti i valori dell’uguaglianza, 
della solidarietà, della pace. 
La storia di Morena è diventata 
un libro anche grazie a una promessa fatta a Paola, 
la sua compagna di una vita, 
al cui dolce ricordo è dedicato. 
Un libro che racconta i sogni e le lotte contro 
le discriminazioni verso le donne,
ma anche toccando 
con delicatezza le vicende della sua vita privata.

 


 27 gennaio 2025 GIORNO DELLA MEMORIA


GIORNO DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio 2025 abbiamo ricordato l’80° anniversario della liberazione del lager di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche. Tra il 1933 e il 1945, furono circa 17 milioni le vittime dei campi di concentramento di entrambi i generi e di tutte le età, tra cui quasi 6 milioni di ebrei.

Con il professor Giancarlo Restelli alla scuola Rodari abbiamo raccontato la storia di Anna Frank alle classi quinte, tutti attenti a quanto veniva loro spiegato e mostrato. 

Alla fine sono state lette, da alcune alunne ed alunni, quelle che loro giudicano le frasi più belle che Anna Frank ha scritto sul suo diario:

Ognuno di noi ha dentro di sé una buona notizia. Ed è che non si sa quanto grande si può essere! Quanto si può amare! Che cosa si può realizzare! E quale sarà il nostro potenziale”.

Come è meraviglioso che non vi sia nessun bisogno di aspettare un singolo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo”.

“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.

“Chi è felice farà felice anche gli altri, chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura!”.

Il ricordo di Anna e di milioni di altri bambini, assieme al ricordo delle sofferenze causate dal regime nazista oggi è ancora vivo e continuerà ad esserlo per sempre. È fondamentale rimanere attenti e vigili di fronte all’odio e alle discriminazioni di ogni natura, da rigettare in ogni loro forma.   

 

Le classi terze della Scuola Ungaretti hanno ascoltato dal professore Restelli come venivano trattati i prigionieri nel campo di Auschwitz con l’arrivo delle tradotte, la selezione, le “docce”, il lavoro massacrante, la scarsità di cibo, i “forni”. È stato anche il momento di ricordare agli studenti il Segretario Comunale Giacomo Bassi (Giusto fra le Nazioni) che nel settembre 1943 nascose in un’aula della scuola elementare la famiglia Contente, italiani di religione ebraica, salvandoli da una sicura deportazione ad Auschwitz: padre, madre e i figli Nissim, Avram, Sara.  

 

Alla sera in sala consiliare, sempre con il professor Restelli, abbiamo ricordato i nostri concittadini sangiorgesi che sono stati deportati dopo l’8 settembre 1943 nei campi di lavoro e di prigionia in Germania: più di cinquanta giovani militari e alcuni civili. La maggior parte di loro non ha mai raccontato nulla. Elettra, Nareda e Stefania hanno letto le testimonianze di alcuni deportati di San Giorgio.

A Mauthausen sotto la pioggia e il vento gelido si doveva lavorare tutto il giorno e tutti i giorni con il piccone o con il badile. Dopo aver scavato, occorreva portare via il materiale di scarto, a volte provocato anche da scoppi di mine, caricandolo su vagoncini che venivano spinti a mano su apposite rotaie, attraverso campi infangati, fino al luogo di scarico. Le pietre più grosse erano destinate allo scalo merci e caricate su un treno, quelle medie venivano frantumate e utilizzate per le massicciate ferroviarie. I binari, però, non erano fissi e toccava ai prigionieri sollevarli a mano e spostarli dove ce n’era bisogno. Erano pesanti e freddissimi ed accompagnati dalle grida e dalle bastonate dei Kapò. In cava c’erano lavoro, botte e basta. Ricordo ancora l’esteso ematoma sul fianco sinistro di mio padre causato dalle legnate che crudelmente colpivano più volte sempre lo stesso punto del corpo.”

“A Bergen Belsen, nelle baracche non c'era riscaldamento e molta gente stanca, affamata e al freddo non sopravviveva. A fianco delle baracche vi era un deposito di patate e, se i prigionieri avessero buttato giù la porta, sarebbero stati fucilati, invece se i cuochi avessero dimenticato di chiudere il magazzino sarebbero stati puniti loro.”

“Come unico riconoscimento e come unica testimonianza tangibile di questi terribili anni mi rimane questa piastrina metallica che portavo sempre al collo. La piastrina porta il mio numero di riconoscimento: 105254 / II A.”


 


1 gennaio 2025. Marcia della Pace a San Giorgio su Legnano

Il 1° gennaio si è celebrata la Giornata Mondiale della Pace, una ricorrenza istituita da Papa Paolo VI nel 1968. È un giorno dedicato alla riflessione, alla preghiera e all'azione per promuovere la pace nel mondo. Ogni anno, Papa Francesco diffonde un messaggio speciale, in cui affronta tematiche legate alla pace, come la giustizia sociale, i diritti umani, la solidarietà, e la necessità di affrontare le disuguaglianze e i conflitti. Quest’anno Papa Bergoglio ha indicato nel suo messaggio alcuni percorsi per i potenti della Terra: estinguere il debito dei popoli poveri, superare la corsa agli armamenti, abolire la pena di morte. Certamente sono scelte politiche urgenti, importanti, coraggiose che devono essere attuate da tutti gli stati per contrastare la nascita delle guerre. Questo messaggio serve come guida non solo per la comunità cattolica, ma anche e per tutti coloro che si impegnano a costruire un mondo più giusto e pacifico. Questa giornata coincide con il Capodanno, e offre un'opportunità simbolica per l’inizio del nuovo anno con un impegno concreto verso la pace e la convivenza pacifica tra i popoli. A San Giorgio su Legnano si è svolta per il terzo anno consecutivo la marcia della Pace, proposta da Don Antonio, patrocinata dall’Amministrazione Comunale, a cui ha aderito per la prima volta anche la Consulta delle Associazioni. Sono stati preparati gli striscioni con slogan per la Pace proposti dalle associazioni. L’idea dell’Assessora Cristiana Comerio è che gli striscioni siano itineranti e esposti in diversi luoghi del paese.  Alunne ed alunni delle scuole sangiorgesi hanno consegnato le cartoline con disegni e pensieri contro la guerra, per la Pace nel mondo. Le cartoline sono state raccolte in uno scatolone e saranno inviate dal Sindaco Claudio Ruggeri al Presidente Sergio MattarellaPer molti le marce della Pace, sono inutili, ma con questa iniziativa abbiamo dimostrato che la gente comune è affamata di Pace e che, oltre a costruirla internamente, ha capito che è doveroso mostrarla all’esterno, coinvolgendo i giovani. Non bisogna dimenticare anche che la Pace si costruisce con il rispetto degli altri nelle famiglie, nelle comunità, a scuola, nel mondo del lavoro; anche con il rispetto della natura come ci ha ricordato Papa Francesco con l’enciclica “Laudato Sì’Rimane comunque profonda la preoccupazione per la situazione internazionale, che diviene sempre più complessa e pericolosa e sembra allontanare, ogni giorno di più, quello che è il nostro obiettivo primario: la pace.

 

Ecco alcune cartoline di alunne e alunni della scuola secondaria. 

Salve Signor Mattarella, per me la guerra non si può spiegare, una tragedia. La guerra ti mette contro persone che ti dicono siano spietate, senza cuore, e tu allora hai paura e ti porti con te un ricordo della famiglia. Allora per salvare la Patria vai in guerra, affondi la loro nave. Ma ecco che emergono le foto delle famiglie nemiche, anche loro avevano paura.  

La pace non è un sogno, può diventare realtà, ma per costruirla bisogna essere capaci di sognare…

 Francesco: Il mondo che vogliamo è un mondo di pace, senza armi e senza guerre, perché è così che ci piace.

 Mia: Caro Presidente, la pace non è un’assenza di guerra, ma la presenza di giustizia, rispetto e dialogo. È il fondamento su cui costruire un futuro prospero e sicuro per tutti.

 Elisa: Caro Presidente, io penso che tutte le guerre che ci sono nel mondo portino solo a distruzioni e massacri. Vorrei che i governi usassero il denaro per migliorare la vita delle persone e, soprattutto, non trovo il senso di bombardare gli asili nido e gli ospedali, lì dentro ci sono solo persone innocenti.

 Alessandro: Perché siete così stupidi di fare le guerre, far soffrire i bambini. Ma dentro quella testa cosa avete? Non volete vivere bene? Dovete rispettare tutte le persone diverse da voi!!! Dovete smettere di creare bombe!!! Siete soltanto dei malvagi che fanno questo per ottenere rispetto, ma da me non l’avrete mai. Ma anche i ragazzini di oggi non sono da meno. Dovete svegliarvi, è troppo difficile per voi? 

 Chiara: Un granello di pace vale più di mille, anzi, infinite guerre. Ma le guerre si creano molto più velocemente e facilmente.  

 Riccardo: La pace per me è l’amicizia tra più persone e l’amore che passa tra la gente.

 Simone: Per me pace significa che nessun bambino muoia sotto le bombe.

 Ded: La pace ti dà la speranza dei sogni da seguire, la guerra li distrugge

 Ersilio: Ci hanno sempre insegnato di non fare guerre, picchiarci, farci del male e le persone anche grandi fanno poi la guerra; è come dire una bugia a un bambino di 2 anni. VIVA LA PACE e NO ALLA GUERRA!

 Rachida: La guerra non si deve fare perché fa soffrire gli altri, fa perdere famiglie e non ha senso, perché non importa avere il paese più grande, a nessuno importa e alza solo le spese. Quindi le religioni e i paesi si devono rispettare e trattare con uguaglianza per avere una vita serena e libera.

 Viola: La Pace sono i bambini che hanno la possibilità di andare a scuola, essere curati e non dover scappare dal proprio paese.

 Lorenzo: Caro Presidente, i giovani di oggi possono essere i costruttori di pace per il domani. Dobbiamo educarli con l’esempio, mostrando che il dialogo e la solidarietà sono strumenti più forti della violenza.

 Gaietta: GRAZIE PRESIDENTE. La Pace per me è molto importante perché la nostra terra non chiede la guerra, ma chiede che tutti noi collaboriamo e mettiamo tutto il nostro impegno per essere felici con tutti gli altri, anche se sono diversi da Noi. PEACE PER TUTTI!